sabato 10 aprile 2010

TRENITALIA:APPALTI E SUBAPPALTI NELLE PULIZIE,QUALCOSA SI MUOVE (n°2 - novembre 2009)

Il 12 agosto è stato siglato a Roma tra Trenitalia, i sindacati e l’azienda Dussmann Service un accordo che prevede l’affidamento temporaneo a questa società di tutta la pulizia dei trenidell’alta velocità.Questo è un primo passo avanti per smuovere uno scenario da anni fossilizzato e dominato da aziende che hanno dimostrato, in nome del profitto, un totale disinteresse verso i lavoratori,la qualità del servizio e le migliaia di pendolari e utenti che quotidianamente utilizzano i treni per spostarsi. La principale protagonista della mala gestione di questo settore negli ultimi otto anni è stata la Pietro Mazzoni Ambiente, storicamente di proprietàdell’imprenditore Pietro Mazzoni e ora intestata ad una simpatica vecchina sul letto di un ospedale. Questo “passaggio di testimone” è stato inevitabile visti i troppi guai legali (denunce, vertenze sindacali, ricorsi al Tar della committente ecc…) piovuti addosso al sig. Mazzoni negli ultimi tempi. L’impegno dei lavoratori e del sindacato è di fare leva sulle aziende committenti (Trenitalia e RFI in testa) per una graduale cacciata della Mazzoni Ambiente dal settore appalti ferroviari e per il conseguente fallimento del piano strategico di questo “signore” che negli anni, sulla pelle dei lavoratori, ha mangiato soldi pubblici, corrotto chi controllava l’operato della sua azienda (comprese alcune sigle sindacali) e permesso il dilagare di attività mafiose nei luoghi di lavoro (a coronare il tutto c’è la dichiarazione di un finanziere pentito che racconta degli incontri tra Pietro Mazzoni e Licio Gelli nella villa del “gran maestro”).Purtroppo questo è il caso più eclatante, ma altre aziende si sono distinte per comportamenti arroganti e antisindacali. Il tentativo di portare aria nuova in questo settore e un po’ di tranquillità e dignità ai lavoratori ha avuto inizio a seguito dell’uscita dei bandi di gara per l’assegnazione dei servizi di pulizia a metà del 2008. Nelle varie regioni si sono susseguiti, da parte delle aziende escluse a vario titolo dalle attività, una serie di ricorsi agli organi preposti e in molti casi tentativi di pressioni sui lavoratori , utilizzati mediante minacce di licenziamento, stipendi non erogati e altre bassezze, come grimaldello per bloccare le gare d’appalto in corso.A peggiorare ulteriormente la situazione ci hanno pensato le aziende associate a FISE e ASSOFER (associazioni datoriali del settore pulizie). Il loro tentativo è stato quello di cercare di sganciare questo settore dall’applicazione del contratto della mobilità (risultato che il sindacato anche di questo settore ha raggiunto, non senza fatica, con l’accordo del 14 aprile 2009), molto più tutelante e remunerativo rispetto ad altri contratti delle pulizie industriali e civili.Tramite un accordo con Trenitalia e successivi accordi locali diperfezionamento i lavoratori hanno ottenuto e fatto applicare a questo primo cambio d’appalto, la garanzia di piena applicazione per i lavoratori interessati sia degli aumenti contrattuali concordati e sia della una tantum relativa all’anno 2008 e ai mesi del 2009 precedenti al cambio di appalto. La modalità di pagamento della una tantum prevede che Trenitalia trattenga l’importo da erogare ai lavoratori dalle ultime fatture destinate alle aziende uscenti e inadempienti agli obblighi contrattuali (Pietro Mazzoni in primis) e lo versi alle aziende subentranti che lo corrisponderanno al personale assorbito. Questo meccanismo garantisce a tutti i lavoratori la piena tutela salariale e alla committente nonché garante Trenitalia la certezza di non doversisobbarcare oneri frutto di mancanze delle aziende uscenti.Inoltre, al fine di tutelare concretamente la piena occupazione, è stato concordato che, le aziende subentranti dovessero obbligatoriamente applicare il contratto della mobilità e che tutto il personale diretto ed indiretto (quindi proveniente da un eventuale sub appalto) che era in attività al momento dell’uscita del bando di gara, trovi una collocazione nelle nuove aziende vincitrici delle gare d’appalto mantenendo invariato salario e inquadramento professionale. Una ulteriore forma di garanzia è rappresentata dalla possibilità che, al termine di tutti i cambi d’appalto, si metta in atto una sorta di ridistribuzione per collocare tutti i lavoratori che per diverse ragioni siano stati esclusi dai processi di cambiamento. Nel frattempo, utilizzando le possibilità che i nuovi scenari hanno messo a disposizione del sindacato, sono stati utilizzati gli accordi locali per eliminare, almeno per il momento, le aziende in subappalto, spesso fonte diinnumerevoli problemi, il tutto senza perdere alcun posto di lavoro e facendo così assumere circa 250 lavoratori alla prima azienda subentrante. Questo è sicuramente un grande risultato in virtù del fatto che fino a tre anni fa i lavoratori di questo settore collocati in sub appalto erano circa 500 e facevano riferimento ad almeno cinque cooperative di cui spesso non si conosceva il presidente, la sede e i responsabili e dove più di una volta è stata riscontrata la presenza di lavoro nero.Con un altro accordo raggiunto, dal 19 ottobre altri 1 05 lavoratori hanno cambiato casacca e si aggiungono a coloro che hanno raggiuntola piena applicazione contrattuale, tutti i dirittiriconosciuti e la dignità di chi svolge con dedizione il proprio lavoro.

Nessun commento: